Concetto del Festival

La popolazione di Airolo, il paese più grosso dell’Alta Leventina, negli ultimi 20 anni è diminuita del 21%. A tunnel Alptransit ultimato, questo tradizionale luogo di passaggio dall’area culturale latina a quella tedesca verrà ulteriormente staccato dal principale asse di comunicazione nord-sud. Secondo lo studio pubblicato lo scorso anno dal Politecnico Federale di Zurigo, “La Svizzera -un ritratto urbanistico“, Airolo è un tipico esempio di quelle regioni economicamente e demograficamente dissanguate che vengono definite „zone alpine abbandonate“ (in ted. „Alpine Brache“). Stando così le cose, Airolo deve darsi da fare per cercare nuove prospettive. 


A questa situazione si è fatto fronte finora puntando – come in molti altri comuni dell’area alpina -in prima linea sul turismo. Il presente progetto si basa invece su un approccio molto più sostanziale: solo una comunità con una forte vitalità sociale e culturale è in grado di offrire un turismo di qualità. Solo una comunità culturalmente cosciente del proprio passato e del proprio presente può garantire di non perdere la propria anima nel mercato dell’offerta turistica. 


Si tratta quindi di partire dalla vita sociale e culturale di Airolo e di presentare le strutture esistenti e renderle efficienti. Occorre evidenziare i punti forti e i punti deboli, scoprire iniziative e mettere a nudo le carenze. Occorre scandagliare potenziali nascosti, rimettere in discussione limitazioni derivanti dall’abitudine. Occorre provare che una delle cosiddette zone alpine abbandonate è in grado di essere un luogo estremamente fecondo e per cultura e per qualità di vita – già di per sé, senza o anche con i turisti. 


Tutto ciò non ha alcuna opportunità se non procura piacere. E un tale passaggio da una coscienza di luogo “dissanguato” a una di luogo fecondo viene facilitato se arrivano degli impulsi. Il presente progetto intende essere uno di quegli impulsi che presentano un alto livello di qualità e procurano piacere. 



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